Delfina Marcello. Love Accessories
a cura di Vittorio Urbani
Realizzata da
Nuova Icona, Scuola Internazionale di Grafica e Ewa Gorniak Morgan
inaugurazione
2 settembre 2022, ore 17.00
fino al 30 settembre, da mercoledì a domenica, dalle 14.00 alle 19.00
Oratorio di San Ludovico
Calle dei Vecchi, Dorsoduro 2552, Venezia
Il progetto è realizzato da Nuova Icona per Oratorio di San Ludovico col supporto di Scuola Internazionale di Grafica, Venezia; Fondaco Marcello, Venezia; We Exhibit, Venezia; Fondazione Morra, Napoli; Galleria ArteRicambi, Verona; AlbumArte, Roma e con il sostegno di Pietro Marcello.
AlbumArte torna a Venezia, durante la 79ma Mostra del Cinema con la prima mostra antologica dei film d’artista di Delfina Marcello dal titolo Love Accessories a cura di Vittorio Urbani.
Delfina Marcello, era nata a Venezia nel 1966, dove ha vissuto e lavorato trascorrendo fin da ragazza lunghi periodi all’estero e imponendosi dal 1994, iniziando da New York, soprattutto come regista, esprimendosi contemporaneamente in molti settori dell’arte: video, disegno, installazione, pittura, performance, fotografia e letteratura. Molti dei suoi video e film sono stati proiettati in prestigiose occasioni, al Laura Film Festival, al Roma Film Festival, a Venezia e Mestre (Fondazione Bevilacqua La Masa, Cineteca Pasinetti, Centro Candiani), al Tirana Film Festival, ad ArteFiera di Bologna, come pure a Bergamo, Trento, Torino, Verona, Vienna, New York e Manchester. I suoi primi video girati negli Stati Uniti negli anni Novanta, contemporaneamente ai primi video europei, furono accolti favorevolmente, all’interno della corrente dello sperimentalismo concettuale. La nutrita produzione Enjoy, che prese il titolo dalla sua prima mostra personale veneziana, fu riconosciuta nel 1999 dal British Council, tra le migliori animazioni prodotte in Gran Bretagna. Proprio a Londra Delfina Marcello si laureò in storia dell’arte al Courtauld Institute of Art, per trasferirsi poi a New York, dove lavorò in produzioni cinematografiche indipendenti come segretaria di edizione, tecnico del suono, direttrice della fotografia e montatrice. “A cinque anni dalla prematura scomparsa, si apre a Venezia, una mostra antologica della produzione video. Un corpus di lavori, diversi in stile, talora invece stilisticamente coerenti, testimonianza comunque dell’atteggiamento di costante ricerca dell’artista. Artista internazionale per temperamento ma anche per training (ha vissuto a lungo a New York, Berlino, Londra). Per riunire questi lavori è sato fatto un lavoro di ricerca accurata, tra galleristi, curatori, estimatori e amici, che ha permesso di raccoglierne un importante insieme della sua opera, divisa fra collezionisti, eredi, amici, depositi di gallerie. Questo è stato ciò che ha mosso un gruppo di ricercatori: Ewa Gorniak Morgan, Lorenzo di Castro, Margherita Fabbri e Vittorio Urbani, a raccogliere le informazioni disponibili e le opere superstiti”.
“La mostra che ne risulta è pensata come una rassegna dell’opera filmica, che allo stato attuale di ricerca possiamo ritenere completa, sulla quale si è deciso di concentrare l’osservazione, anche perché è forse il corpus più completo fra i diversi della sua espressione. I personaggi dei video di Delfina sono soli, nella loro breve avventura: ma sono seguiti dall’occhio affettuoso della artista che si fa non solo loro testimone, ma anche compagna di strada. L’insieme delle opere, per la prima volta presentate contemporaneamente nei tre spazi dell’Oratorio di san Ludovico a Venezia, permetteranno una migliore e più completa comprensione del suo lavoro. Una nuova pubblicazione raccoglie scritti di professionisti e amici, in particolare – dato il focus della mostra sulla opera video – un saggio espressamente scritto dal critico cinematografico Roberto Ellero.” (Vittorio Urbani).
La mostra è accompagnata da una pubblicazione curata da Ewa Gorniak Morgan e Margherita Fabbri, con progetto grafico di Lorenzo de Castro, con testi di Delfina Marcello, Elena Barbalich, Roberto Ellero, Ewa Gorniak Morgan, Živa Kraus, Francesco Pandian e Vittorio Urbani.
DELFINA MARCELLO (Venezia 1966 – Mogliano Veneto, 2017) di antica famiglia veneziana, è stata tra le più originali ed indipendenti artiste del suo tempo. La sua opera comprende film, pittura, disegno, fotografia e scrittura ai pari con il suo modo di essere: artista e donna – come la ricordano tutti – rigorosamente fedele all’etica dell’arte e a se stessa, unendo massima disciplina con il suo fascino e leggerezza. Laureata in storia dell’arte al Courtauld Institute of Art a Londra, si è espresso come filmmaker, pittrice, disegnatrice dei fumetti e cartoni animati. Negli anni ‘90 ha lavorato a New York in produzioni cinematografiche indipendenti come segretaria di edizione, tecnico del suono, direttore della fotografia, montatrice. Negli anni 2000 ha insegnato all’Università di Padova un corso master in produzione e post-produzione televisiva e storia dell’arte alla Scuola Internazionale di Grafica a Venezia.
Ha vissuto e lavorato tra Venezia, Londra, New York, Parigi, Berlino, Milano. La sua è stata un’incessante sperimentazione tra forme diverse di espressione artistica: installazioni video e performance, tecniche di pittura antiche, prosa e poesia. Ha scritto e diretto cortometraggi ed animazioni presentati e premiati nei maggiori festival internazionali negli Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Olanda e Italia.
Nelle sue parole: “La videocamera è per me un agente addomesticante. Le immagini si organizzano in un processo affettivo e organico. In un’ottica di dono e non di creazione, di innesto ed instabilità anziché di germinazione e di apertura, “gioco” con la nozione di memoria. Essa diviene un “oggetto” morbido e sensuale, il cui compito è di tralasciare anziché precisare. La morbidezza è l’unico agente trasformante in grado di infiltrarsi in qualsiasi sistema, il suo quoziente riproduttivo è senza limiti, è un’infezione positiva, l’elemento apportatore di mutamento.” (Flash Art giugno- luglio 2002).
Ha scritto un grande romanzo storico, ancora inedito, intitolato “Il medico di Dio” e ambientato nella Venezia del Cinquecento con una forte componente di metafisica e filosofia, di cui era appassionata ricercatrice.