AlbumArte presenta
Campo Grossi Maglioni
a cura di Lýdia Pribišová e Gianluca Brogna
Opening 15 febbraio 2017 ore 18.30 (ore 19.30 performance con gli Acchiappashpirt)
Apertura al pubblico: 16 febbraio – 27 aprile 2017
CALENDARIO ATTIVITÀ
4 marzo e 8 aprile ore 16-19 | workshop gratuiti per il pubblico
16 marzo ore 19 | performance aperta al pubblico con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma
27 aprile ore 19 (finissage) | Start in the Middle (performance con Per Hüttner e CarimaNeusser – Vision Forum)
COMUNICATO STAMPA >>>
AlbumArte è lieta di presentare la personale del duo Grossi Maglioni (Francesca Grossi e Vera Maglioni) a cura di Lýdia Pribišová e Gianluca Brogna. La mostra è stata costruita attraverso la rielaborazione di tre progetti artistici sviluppati e approfonditi nell’arco di dieci anni di attività e delinea, inoltre, il processo di work-in-progress che sottende da sempre la ricerca di Grossi Maglioni.
Il duo artistico fin dal suo esordio ha dedicato una parte sostanziale della propria ricerca alle pratiche performative, attraverso le quali hanno indagato differenti argomenti di natura sociale e politica, combinando la metodologia della ricerca artistica con quella antropologica, scientifica, con incursioni nella magia e nella parascienza, senza mai escludere un approccio femminile e femminista agli argomenti e ai lavori da loro elaborati. Infatti, le artiste si focalizzano spesso su tematiche politicamente scomode: lo sguardo che offende, le occupazioni, le serate spiritiste con il corpo femminile usato come oggetto dell’operazione.
Tutti e tre i progetti sono incentrati sull’idea di opera come dispositivo che innesca interazioni e collaborazioni sia tra le artiste che con il pubblico.
La mostra deve intendersi come un ‘villaggio/campo/agorà’ che si sviluppa dall’installazione centrale nella sala grande di AlbumArte dedicata alle Occupazioni, ricerca iniziata nel 2014. Questo progetto, composto da tende e teli dipinti fissati insieme da un sistema di corde, ripropone un modello di accampamento nomade – nello specifico una tenda per l’accudimento dei figli – e più ampiamente indaga il rapporto tra le necessità primarie e ancestrali del vivere e l’organizzazione essenziale dello spazio da parte dell’
Campo Grossi Maglioni, Installation view, foto Sebastiano Luciano. Courtesy AlbumArte
Il secondo progetto in mostra è Lo Sguardo che offende (2011-2017), composto da una serie di dispositivi che assomigliano a delle armi con puntatori ottici, e parte della documentazione delle performance svolte attraverso la messa in scena di questi dispositivi. Il progetto parte da una riflessione sui dispositivi della visione e sulla possibilità fantascientifica dello sguardo di ‘ferire’ il paesaggio che osserva. A conclusione del progetto c’è un libro d’artista totalmente inedito, contenente le riproduzioni di disegni e acquarelli e trenta maschere originali.
Il terzo gruppo di lavori esposto nella mostra è quello dedicato al rapporto tra magia e illusionismo, sviluppato nel periodo 2006-2011, quando le artiste usavano lo pseudonimo ‘The Grossi Maglioni Magic Duo’. Si tratta dell’esplorazione sul rapporto tra realtà e finzione, e del limite sfuggente che si frappone tra i due campi, ovvero l’invisibile. Appropriandosi dei metodi operativi del mago o dell’illusionista, le artiste riflettono sul loro lavoro artistico, basato sempre sul dialogo e complicità. Il senso di questo lavoro è processuale, basato sulle azioni mediatiche/performative/illusionistiche, e usa dispositivi come il gabinetto spiritico, la macchina dematerializzante, l’ouija board – ma anche il libro Conversazioni di Gilles Deleuze e Claire Parnet – per mettere in scena una situazione al tempo stesso meditativa, ironica ed erotica.
Le installazioni vengono affiancate da attività performative e workshop, rendendo la mostra un ambiente vivo e in mutazione.
Lo spazio si trasforma più volte durante il periodo di mostra:
– il 4 marzo e l’8 aprile 2017 con dei laboratori aperti a tutti;
– il 16 marzo una performance, aperta al pubblico, risultato di un workshop che coinvolge gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma. L’intenzione è far diventare il visitatore il partecipante, l’occupante attivo degli spazi.
– a chiusura della mostra il 27 aprile, la performance Start in the Middle in collaborazione con Per Hűttner, fondatore della piattaforma di ricerca internazionale per le arti performative, la scienza e le tecnologie Vision Forum con base in Svezia, di cui Grossi Maglioni fa parte dal 2008.
Il progetto ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alle Attività Produttive, Cultura e Sport del Municipio II di Roma Capitale. Si ringrazia la Fondazione Catel per aver supportato parte della produzione delle opere. Il progetto si avvale della collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma e Vision Forum.
Grossi Maglioni (Francesca Grossi e Vera Maglioni, Roma, 1982) hanno iniziato a collaborare nel 2006. Il duo Grossi Maglioni ha costituito la propria ricerca principalmente nell’ambito della performance art, dell’installazione e delle pratiche workshop based. Il riferimento a diversi campi di studio come l’antropologia, il teatro, gli studi di genere, la fantascienza, e la relazione tra storia della performance e cultura popolare e di massa, sono stati il punto di partenza per progetti a lungo termine in cui l’interazione con lo spettatore ed il contesto sono il momento di verifica e ridefinizione del processo artistico. Alla pratica performativa si è accompagnata la creazione di una serie di dispositivi che sfruttano e simulano gli elementi caratteristici dei procedimenti di entertainment per forzare il pubblico ad una sospensione dello sguardo, sempre in bilico tra ciò che viene svelato – pure attraverso il paradosso del travestimento – e ciò che viene metaforicamente sottratto alla vista, come nel caso di Macchina Dematerializzante e Gabinetto Spiritico per l’apparizione di corpi dispersi. La natura del rapporto pubblico – privato, messa in questione ad esempio in lavori che sfruttano la piattaforma web come Performance Season, Performance Art Didactic Festival, è stata rimodulata e ha trovato applicazione anche nei lavori più recenti come Lo Sguardo che offende, dove ad essere indagata è la percezione dei paesaggi, tra oggettività del dato naturale e narrazione. Dal 2014 Grossi Maglioni ha iniziato una ricerca intorno alle occupazioni di luoghi pubblici e privati. Nel progetto vengono investigate le relazioni tra architetture mobili ed i bisogni di piccole comunità, in installazioni per spazi urbani come palazzi occupati e in ambienti naturali. Il loro lavoro è stato presentato in mostre nazionali e internazionali in gallerie, istituzioni museali ed accademiche tra le quali: Nuova Gestione, Roma (IT); Acting in the city, Norrköpings Konstmuseum (SW); Do you know because I tell you so or do you know, do you know? memories, anecdotes and superstitions, Viafarini, Milano (IT); Re-Generation, MACRO museum, Roma (IT); Anti-Hospital, The Invisible Generation, Margaret Lawrence Gallery, Melbourne (AU); Correspondance 2.2, 26 cc spazio per l’arte contemporanea, Roma (IT); (Anti)realism- Workshot 2, ERBA Ecole Régionale des Beaux Arts de Besançon, Besançon (FR); Genealogia Futurista #1, Konstall museum, Vasa (FI); Cross Language, University of Technology, Guangzhou (CN); Rupextre residenza per artisti e antropologi, Matera (IT); (Anti)realism, Guanghzou Academy of Fine Arts (CN); Svenska konstskolan, Nykarleby (FI). Dal 2008 il duo fa parte della piattaforma di ricerca internazionale per le arti performative, la scienza e le tecnologie Vision Forum, di base in Svezia, per la quale ha ideato e curato il 1° Festival di On Line Performance che si è svolto interamente sul web. grossimaglioni.com
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