AlbumArte
presenta
Monte Inferno
Un progetto di Patrizia Santangeli e Gabriele Rossi
A cura di Chiara Cavallo
Opening e talk mercoledì 14 settembre 2016, ore 18.00
Apertura al pubblico: 15 – 30 settembre 2016
Gabriele Rossi, Monte Inferno, Sus scropha Linnaeus, 2016
Mercoledì 14 settembre 2016, alle ore 18.00, AlbumArte inaugura Monte Inferno, un progetto della regista Patrizia Santangeli e del fotografo Gabriele Rossi, a cura di Chiara Cavallo.
Sulle carte geografiche non c’è, ma Monte Inferno esiste. È il posto di una discarica, un cumulo di spazzatura e indifferenza, che da decenni custodisce rifiuti tossici, scaricati nel buio della notte.
Monte Inferno è a Borgo Montello, al centro dell’Italia. Erano gli anni ’70 quando iniziò l’accumulo di rifiuti che continua ancora oggi con gravi danni all’ambiente e alle persone. Le falde acquifere sono inquinate, così come il fiume Astura che costeggia il monte e arriva al mare. Il vento porta aria inquinata nelle case di chi vive ai bordi della discarica e l’economia del luogo è stata fortemente danneggiata. Nel 1994 il pentito di camorra Carmine Schiavone dichiarò che alla fine degli anni ’80 furono interrati nella zona rifiuti tossici. Nel 1995 venne ucciso Don Cesare Boschin, il parroco di Borgo Montello che aveva denunciato il traffico di quei rifiuti nella zona. L’inchiesta sulla sua morte fu archiviata poco dopo senza un colpevole.
Il progetto è nato nel 2013 per dar voce alle persone che vivono nei dintorni della discarica. L’obiettivo è quello di leggere in maniera diversa un posto condannato dalla cronaca e di farlo utilizzando l’immaginazione. Cosa c’è di nuovo da raccontare su un cumulo di spazzatura come ce ne sono tanti nel mondo? Niente. E se novità c’è in questo progetto, nasce dalla voglia di mettere in gioco i propri sentimenti e ciò che di bello può generare il disagio della realtà e la voglia di trasformarlo in speranza.
Tanti modi per conoscere un posto e per raccontarlo: Documentario | Fotografie | Video multimedia | Giornale cartaceo | Illustrazioni | Suoni | Cartoline | Esplorazioni geografiche
Un lavoro collettivo: Patrizia Santangeli – regista, Gabriele Rossi – fotografo, Massimo Calabro – illustratore e graphic designer, Bonifacio Pontonio – graphic designer, Roberto Fanfarillo – graphic designer, Giancarlo Bovina – geologo.
Il progetto ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alle Attività Produttive, Cultura e Sport del Municipio II di Roma Capitale e del MAP – Museo Agro Pontino, che ha ospitato nel 2016 la prima tappa di Monte Inferno.
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Si ringraziano le tenute dei Fratelli Ciotola e i loro vini di Torleanzi
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«Monte Inferno è il nuovo nome di una vecchia discarica. Se dovessi scegliere un suono per descrivere il documentario, non ho dubbi, sarebbe il silenzio. Come quando a scuola ci insegnano che la somma di tutti i colori alla fine è il bianco, così il silenzio riassume bene tutto ciò che ho sentito alle pendici di Monte Inferno. Il documentario per me è uno strumento di denuncia contro l’indifferenza di tutti noi. È una discarica, ma potrebbe essere una guerra, una carestia, un fatto di cronaca o altro ancora. Non trovo niente di umano nella solidarietà che scatta solo in base alla distanza dal danno, perché siamo in tempi di condivisione e tutto riguarda tutti». (Patrizia Santangeli)
«Un osservatorio che vuole proiettare spazi possibili, lontani dalla capacità di identificare in una montagna un cumulo di scarti. La geografia di un piccolo borgo è stata modificata con l’impossibilità di vedere quello che prima rappresentava l’identità. Ha generato paesaggi non più visibili ad occhio nudo ma persi in un ricordo, incorniciato in un oracolo. Gli abitanti, per la maggior parte Veneti ed Emiliani scesi negli anni trenta per la promessa di una propaganda, oggi si ritrovano a convivere con un’ossessione. Vivono separati da appezzamenti di terra non coltivabili, disposti a costringere il loro habitat in una camera vuota, lontano dalla storia, che con il tempo ha generato devastazione sociale e ambientale» . (Gabriele Rossi)
«AlbumArte si occupa di arte e cultura. In questo progetto l’arte del lavoro di Patrizia Santangeli e delle foto di Gabriele Rossi, si fondono con video, illustrazioni e testimonianze della gente che vive un luogo che è diventato un luogo dal quale fuggire, dal nome che non promette nulla di buono: Monte Inferno. Non si chiamava così prima della discarica, prima del fetore pungente, prima dell’esalazioni tossiche, prima che nulla di commestibile potesse più crescere. È un popolo abituato al duro lavoro e al sacrificio, quello che vive in quella zona dell’Agro Pontino, gente mandata lì in tempi nei quali nessuno voleva starci, scelta tra la gente più povera dell’Italia di allora. Sono arrivati dal poverissimo Veneto degli anni ‘30 dello scorso secolo, dalle campagne dell’Emilia, allora senza futuro. Gente scampata a uno sfruttamento e a una miseria che, tra le due guerre mondiali, rappresentavano la loro vita, come anche Florestano Vancini descrive nel bellissimo film La neve nel bicchiere (1984). Nella loro nuova terra questa specie di coloni, si è ricostruita una semplice vita di agricoltori, ma in proprio, con duro e costante lavoro, dopo averne bonificato l’area dalle paludi e dalla malaria che falciava le popolazioni che vi risedevano prima della loro. Ora da molti anni non possono più coltivare quella terra, ma non possono neanche andarsene perché il valore di quello che hanno costruito negli anni e in tre generazioni, è stato tragicamente annullato dalla tossicità della discarica e non hanno altre risorse per ripartire altrove. Ormai per quella gente, la discarica è diventato un vero tormento. Una signora filma ossessivamente l’arrivo dei gabbiani urlanti, un signore scatta polaroid quotidiane sul nulla, quel nulla che è diventato il simbolo della loro vita. Attendono giustizia, ma quale? Questa nuova mostra che AlbumArte accoglie, col Patrocinio del Museo dell’Agro Pontino, che l’ha presentata pochi mesi fa e che in questi mesi si è ancora più arricchita di particolari interessanti, è un progetto sociale, politico, ambientale. Se l’arte ci nutre e ci delizia, non vogliamo dimenticare le ingiustizie sociali, i disastri ambientali, la condizione della gente a noi così vicina. Lo testimonieremo attraverso foto, illustrazioni e video, la visione di un futuro, quella dei due artisti, il nostro linguaggio, ma anche attraverso i video della signora dei gabbiani, le foto del signore delle Polaroid, le mappe dell’inquinamento, l’incontro con un residente che ci offre la sua testimonianza, il 14 settembre alle 18.00 durante il nostro talk di approfondimento. Faremo in modo che anche in un luogo dell’arte si parli di qualcosa che sta distruggendo la vita di molti». (Cristina Cobianchi)
SCHEDA INFORMATIVA
Mostra: Monte Inferno
Curatore: Chiara Cavallo
Sede: AlbumArte, Via Flaminia 122, Roma
Talk: mercoledì 14 settembre 2016, ore 18.00
Inaugurazione: mercoledì 14 settembre 2016, ore 18.00 – 22.00
Apertura al pubblico: 15 – 30 settembre 2016
Ingresso : gratuito
Orari: dal lunedì al venerdì 15-19 (o su appuntamento)
Informazioni: tel.: +39 06 3243882 | info@albumarte.org | www.albumarte.org
INFORMAZIONI PER LA STAMPA:
Maria Bonmassar
ufficiostampa@mariabonmassar.com
ufficio: +39 06 4825370 / cellulare: + 39 335 490311