Articolo uscito sulla Rivista “Trendsetter”, settembre 2013
Settembre Italiano
L’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul organizza Anteprima II come evento parallelo della Biennale. L’evento organizzato con la partecipazione di 7 artisti, nonostante tutte le difficoltà, sarà un valore aggiuntivo per Istanbul che ogni giorno accoglie più artisti e le loro opere.
Quest’autunno,con la Biennale e con i suoi eventi paralleli, Istanbul diventerà un centro d’arte. Uno di questi eventi è Anteprima II, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul. I tre eventi che portano la firma degli artisti italiani si terranno fra il 12 e il 14 settembre. L’inaugrazione della mostra personale di Margherita Moscardini, dal titolo “Istanbul City Hills – On the Natural History of Dispersion and States of Aggregation” e proiezione dei video dal titolo “Il mondo è già filmato. Si tratta orad di trasformarlo” realizzati da Elisabetta Benassi, Anna Franceschini, Pietro Mele, Marinella Senatore, Giulio Squillacciotti si terrà giovedì 12 settembre 2013. Il video realizzato da Adrian Paci verrà proiettato solo 1 volta sabato 14 settembre. Anteprima II, progettato da Cristina Cobianchi, curato da Maria Rosa Sossai viene organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura. Maria Luisa Scolari, addetto reggente dell’Istituto, ha detto che quando è stato realizzato Anteprima I , nel 2011 durante la 12a Biennale di Istanbul, hanno capito che bisognava perfezionare, ingrandire e allargare l’evento. Infatti l’evento di quest’anno è composto da 3 parti. Scolari dice che lo scopo principale dell’evento e’ quello di rendere omaggio alla Biennale di Istanbul e onorare la città di Istanbul che accoglie migliaie di
artisti, curatori e collezionisti da tutto il mondo. Istanbul ha un’anima innovativa piena di passione creativa. Margherita Moscardini è stata ospitata ad Istanbul all’interno di programma di scambio e di residenza dal titolo “The sprit of the Context”. “Il motivo per cui è stata scelta Moscardini – spiega Scolari – e’ che lei ci ha presentato un progetto molto profondo su Istanbul. Moscardini durante questo periodo e’ stata in contatto con artisti turchi. Anche noi, offrendole questa opportunità, abbiamo voluto che lei approfondisse la conoscenza di Istanbul, della sua infrastruttura e dell’ambiente cosmopolita della città”.
Abbiamo posto una domanda a Sossai, curatrice della mostra, sulle sue parole nel comunicato stampa della mostra “In un momento in cui l’arte italiana soffre di poca visibilità all’estero ….” Non è un po’ strano che L’Italia, centro dell’arte classica e del design, viva una situazione del genere? Sossai ha risposto: la poca visibilità dell’arte italiana all’estero dipende dalla mancanza di politica per l’arte. Tranne i gruppi piccoli, nessuno si interessa degli artisti italiani e non li sostengono. Il design e la moda italiani, conosciuti in tutto il mondo, sono fonte di guadagno per molti”. Putroppo per il mondo capitalista…se non si ricava un guadagno… Le abbiamo chiesto anche che tipo di reazione aspetta dal pubblico turco. Risponde: “Due anni fa, quando abbiamo presentato Anteprima I ha avuto successo. Anch’io sono curiosa di sapere la reazione dei turchi a questi tre eventi.
Margherita Moscardini:
“Gli stati d’anima variabili di Istanbul sembrano un regalo”
Margherita Moscardini, artista italiana, realizzerà un’installazione dal titolo “Istanbul City Hills – On the Natural History of Dispersion and States of Aggregation” e’ arrivata ad Istanbul nell’ambito di un programma di residenza e abbiamo parlato con lei sul rinnovamento urbanistico, concetto della sua mostra.
Mentre stava ad Istanbul per fare un soppralluogo per la sua mostra che cosa ha osservato per quanto riguarda il rinnovamento urbanistico? Che cosa ha visto?
Resettare un computer serve per riusarlo. Secondo me solo il terremoto può causare il rinnovamento della città. Quando le persone cercano di imitare questo fenomeno naturale ignorando il parere delle persone che ci vivono, viene fuori un sistema autoritario. Io sono contro il conservatismo ma guardare il futuro non significa fare speculazioni. Ormai oggi, rendere possibile il riutilizzo dell’eredità presente è un obbligo oltre ad essere una responsabilità. Soprattutto quando si tratta di capitali antiche come Roma e Istanbul.
Che cosa ha provato quando ha trasferito le sue impressioni nella sua opera?
Il mio lavoro è orientato al concetto del rinnovamento naturale e urbano. Essendo in un periodo di cambiamento continuo, è molto interessante e anche molto complicato fare dei commenti sulla realtà urbanistica della città di Istanbul. Spero di riuscire a riflettere questa complessità. Nel mio lavoro vedrete un tappeto-mappa della città, prodotta con i rifiuti, ottenuti nelle aree distrutte della città.
Per un’artista come lei che nelle sue opere usa gli spazi abitati o disabitati, come e’ vista Istanbul con la sua idendità persa in alcuni quartieri a causa del rinnovamento urbanistico?
Devo confessare che sono un po’ insensibile al contenuto della città dove lavoro. Non scelgo mai io gli spazi. Proprio al contrario mi avvicino sempre con sospetto alle città che mi piacciono. Per questo motivo cerco di vedere il contenuto come uno strumento, un materiale. Sempre per questo motivo tengo presente i miei lavori per usarli come strumento.
Secondo lei questa esperienza ad Istanbul per la realizzazione della sua opera, dove la porterà come artistà?
Dopo aver presentato il mio progetto all’Istituto Italiano di Cultura non penso che il mio legame con Istanbul finirà. Nella mia presentazione vedrete solo una parte delle mie ricerche. Il rinnovamento ad Istanbul ha una durata continua e anche molto rapida. Perciò sarà necessario fare degli aggiornamenti sulla mia opera. Voglio dire che questa esperienza, che mi ha dato molto, continuerà. Gli stati d’anima variabili di Istanbul sembrano un regalo. Perciò mi sento molto vicina alla vostra città.